Canzone simbolo della generazione degli anni novanta, di chi cioè era adolescente in quel decennio. Si canta la pesantezza di essere diventati grandi, le responsabilità e la perdita della gioia e dell’innocenza. “Avevo voglia di parlare con te, non so nemmeno per dirti cosa; delle porte fatte con le magliette o di Sergio che non si sposa. Avevo voglia di giocare con te, a chi sputa più lontano. Rompere i vetri delle fabbriche, farci sgridare da qualcuno. Ah, che noia essere grandi, andare ai compleanni, parlare di soldi e dei figli degli altri. Ah, è tardi e devo già andare”. Sono belli invece i ricordi dell’adolescenza. “E mi manca aspettare l’estate, comprare le caramelle colorate. E mi manca la strada in due in bici; mi manco io, mi manchi tu. E mi manca una bella canzone; pagare qualcosa con le figurine. E mi manca la biro tra i denti; mi manco io, mi manchi tu. Ti manco io, e ti manchi tu”. “Avevo voglia di parlare con te, te lo ricordi il tuo primo pallone. Finiva sotto le macchine; però col vento sapeva volare. Lo sai che voglia di giocare che ho, anche di piangere e soffiarmi il naso; poi sprofondare nell’erba più alta. Tornare a casa sporco di prato”. La disillusione di un tempo che non potrà più tornare indietro. “Ah, e invece siamo già grandi, con il dovere di dare risposte e firmare e non lanciare sassi. Ah, ti voglio ancora bene”.
Una storia è finita e lei quasi lo ringrazia di averla fatta soffrire; perchè in questo modo ha trovato la forza di uscire da questa situazione e dimenticarlo. “Grazie per avermi spezzato il cuore, finalmente la luce riesce a entrare. Strano a dirsi ho trovato pace in questa palude; mentre una sera scagliava invece musicali promesse di apocalisse”. L’intento di dimenticarsi è comune. “Grazie per l’invito a dimenticare le notti. Alle porte del sogno (le albe) incontrarti e parlare (il vino, le lotte). Dimenticare (i giorni). Alle porte del sogno (le luci) invitarti a ballare (le stande d’albergo, le voci). Dimenticare ai bordi del cielo toccarti e suonare. Dimenticare il vento, gli scherzi, le foglie, le ombre, l’odio”. “Dimenticare alle porte del sogno incontrarti e parlare. Dimenticare alle porte del sogno invitarti a ballare. Dimenticare ai bordi del cielo toccarti e volare. Dimenticare alle porte del sogno baciarti e restare”. E infine, la beatitudine di essersi lasciati. “Strano a dirti ho trovato pace alle porte del sogno. Rivedo i porti, le nebbie, gli inverni le ombre, le inutili piogge. Le albe, le lotte, le luci, i giorni. Le notte, le stanze d’albergo. L’orgoglio”.
Marjorie Biondo – Le margherite (2000) Il suo primo singolo, “Quello che tu hai”, è stato pubblicato nel novembre 1999 e contiene tutti i riferimenti musicali della giovane artista. Partecipa al Festival di Sanremo 2000 nella sezione “Giovani”, classificandosi nona, e subito dopo esce il suo album di esordio omonimo. L’album, un mix di rock dalle sfumature forti irlandesi […]
Problemi di coppia. Una coppia cerca di superarli e lui la invita al dialogo. “Sai che cosa penso che non dovrei pensare, che se poi penso sono un animale e se ti penso tu sei un’anima. Forse è questo temporale che mi porta da te e lo so non dovrei farmi trovare senza un ombrello anche se ho capito che per quanto io fugga torno sempre a te”. “E me ne vado in giro senza parlare senza un posto a cui arrivare. Consumo le mie scarpe e forse le mie scarpe sanno bene dove andare. Che mi ritrovo negli stessi posti; proprio quei posti che dovevo evitare. E faccio finta di non ricordare e faccio finta di dimenticare. Ma capisco che per quanto io fugga torno sempre a te”. Anche se hanno provato a lasciarsi, ma finiscono sempre per ritrovarsi insieme. Lui, però le dice anche di non stare insieme per abitudine, ma di lottare per il loro amore. “Che fai rumore qui e non lo so se mi fa bene, se il tuo rumore mi conviene. Ma fai rumore, sì che non lo posso sopportare questo silenzio innaturale tra me e te”. Anche se talvolta questo vuol dire litigare. “Ma fai rumore sì, che non lo posso sopportare questo silenzio innaturale e non ne voglio fare a meno oramai di quel bellissimo rumore che fai”.
Addio alla mente del Movimento Cinque Stelle. È morto nella notte a 61 anni Gianroberto Casaleggio, dopo una lunga malattia che l’aveva costretto anche a un intervento alla testa, nell’aprile del 2014. I funerali, ha annunciato Beppe Grillo in un tweet, si svolgeranno giovedì. La camera ardente sarà allestita presso una delle sedi dell’istituto Auxologico, quella di via Mosè Bianchi, dove era ricoverato con un nome diverso da quello reale per tutelare la privacy. La famiglia ha chiesto il massimo riserbo. Negli ultimi mesi Casaleggio era seguito dai medici per problemi cardiovascolari e neurologici. A provocarne la morte sarebbe stato un ictus. Nel primo pomeriggio Grillo ha lasciato Napoli per raggiungere Milano.
Il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, si è detto particolarmente colpito dalla prematura scomparsa e ha ricordato l'”intellettuale, editore, protagonista politico innovativo e appassionato”. Il presidente, in una lettera di cordoglio inviata alla famiglia, dice di averlo visto il 26 febbraio dello scorso anno al Quirinale in occasione dell’incontro di una delegazione M5s, alla cui causa, ricorda il presidente, Casaleggio “aveva dedicato negli ultimi anni tutto il suo impegno civile”.
Era l’inventore del Movimento che aveva fondato insieme a Beppe Grillo. Sul blog del leader M5s si legge il saluto: “Ciao, Gianroberto. Hai lottato fino all’ultimo”. Il blog di Grillo riporta un estratto da una lettera scritta da Casaleggio: “Sono un comune cittadino che con il suo lavoro e i suoi (pochi) mezzi cerca, senza alcun contributo pubblico o privato, forse illudendosi, talvolta anche sbagliando, di migliorare la società in cui vive”. Il testamento politico. Casaleggio, fanno sapere fonti M5s, ha lasciato ai suoi fedelissimi un “testamento politico”: appunti con una serie di indicazioni in vista delle prossime scadenze e con un orizzonte temporale ben definito, le elezioni politiche nel 2017. “Gianroberto era un visionario nel senso che riusciva a capire prima il futuro – spiega una delle fonti – Era consapevole delle condizioni di salute ed aveva pianificato cosa sarebbe accaduto quando lui non ci sarebbe stato più. Pianificava tutto, sempre”.
Solo pochi giorni fa – quando si erano diffuse voci su un suo addio alla politica – era intervenuto dicendo: “Io non mollo”. L’ultima apparizione pubblica risale al 16 marzo scorso, al fianco di Dario Fo per l’intitolazione di un giardino a Franca Rame. Ma già qualche settimana prima, per la prima tappa del nuovo tour di Grillo a Milano, le sue condizioni di salute erano apparse particolarmente aggravate. A dare la notizia della morte ai parlamentari Cinque Stelle è stato Roberto Fico. Scene di commozione nelle aule della politica. A Montecitorio i membri del M5s si sono riuniti per valutare come proseguire la giornata politica e hanno deciso che i deputati del Movimento non saranno presenti in Aula dove è in agenda la discussione e il voto sulle riforme costituzionali per rispetto alla morte di Casaleggio. Il deputato Danilo Toninelli potrebbe invece fare dichiarazioni a nome del Gruppo.
Gianroberto era la mente della Casaleggio Associati, che guidava insieme al figlio Davide. “Solo da oggi forse inizieremo tutti a capire l’importanza, la lungimiranza e la visione di Gianroberto Casaleggio”, dice con un retweet Beppe Grillo, che ha annullato il suo show a Napoli. Ci ha lasciati un sognatore, che con un sogno ha costruito un progetto politico di cui il Paese aveva e ha ancora assoluto bisogno. Un progetto che sta a tutti noi, oggi, portare avanti con convinzione”, ha commentato il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. “Non posso nascondere gli attriti e le discussioni che ho avuto con Gianroberto, non dirlo non renderebbe giustizia alla persona e all’uomo”, ha aggiunto. Era considerato la mente dei Cinque Stelle. Riservato fino al mistero, rivendicava però con orgoglio l’approccio populista.
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