Giustizia

Attacco a De Gennaro

Attacco a De Gennaro

Giovanni De Gennaro

C’è da far notare come in Italia la legge contro la tortura fa un passo avanti (ma non definitivo in quanto deve tornare ancora al Senato) proprio quando i giudici della Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo hanno stabilito all’unanimità che l’Italia violò la Convenzione sui diritti dell’uomo, che vieta la tortura, durante l’irruzione alla scuola Diaz di Genova nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001 in occasione del G8 in corso nella città ligure.

Ai tempi Giovanni De Gennaro era Capo della polizia. Proprio in merito alla gestione dei fatti di quei giorni, nell’aprile 2008 viene richiesto il suo rinvio a giudizio per istigazione alla falsa testimonianza nelle indagini inerenti ai fatti del G8 di Genova e in particolare i fatti della scuola Diaz. Il 1º luglio 2009 il pm chiede che gli siano attribuiti due anni di reclusione per istigazione alla falsa testimonianza, cioè per pressioni sull’ex questore affinché dichiarasse il falso sugli eventi alla scuola Diaz durante il G8 di Genova, per cui in aprile dell’anno prima era stato chiesto il rinvio. L’8 ottobre 2009 nella sentenza di 1º grado, De Gennaro viene assolto. Il 17 giugno 2010 De Gennaro viene condannato in appello ad un anno e quattro mesi di reclusione per istigazione alla falsa testimonianza nei confronti dell’ex questore di Genova Francesco Colucci nel processo per l’irruzione alla Diaz del G8 nel 2001. Il 23 novembre 2011 viene infine assolto in quanto “i fatti non sussistono”. Il 10 dicembre 2012 l’ex questore di Genova Francesco Colucci è però condannato a due anni e otto mesi per falsa testimonianza in favore di De Gennaro, lasciando quindi diverse incongruenze circa il ruolo e le accuse rivolte a De Gennaro.

De Gennaro dunque assolto per quei fatti; ma c’è chi come il presidente Pd Matteo Orfini pensa che sia inopportuno che l’ex capo della Polizia ricopra ancora cariche pubbliche: «Lo dissi quando fu nominato e lo ripeto oggi dopo la sentenza. Trovo vergognoso che De Gennaro sia presidente di Finmeccanica». Dopo la dichiarazione di Orfini il resto della politica ha preso una posizione. Per quanto riguarda il Pd la prima a prendere posizione è Laura Puppato: “Orfini ha ragione, sono con lui”. Ma parla anche il renziano Ivan Scalfarotto, con un messaggio sibillino: “Il presidente del partito Orfini ha usato parole chiarissime, io ho un ruolo diverso, sono membro del governo e ho un atteggiamento più istituzionale, ma questo è un tema che sta davanti alla coscienza di De Gennaro”. Ma soprattutto in serata arrivano le parole del vicesegretario del partito, la governatrice Debora Serracchiani. Anche lei usa la parola coscienza. “Il partito democratico non chiede le dimissioni dell’ex capo della polizia e oggi presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro in seguito alla condanna arrivata all’Italia per i fatti del g8 di genova dalla corte di Strasburgo. Ma, nello stesso tempo, ricorda che “la responsabilità morale” per alcuni fatti prescinde dalle assoluzioni”.

Per quanto riguarda l’opposizione, alle parole di Orfini replica Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel: “Siamo talmente convinti che sia una vergogna che De Gennaro sia stato nominato da Renzi al vertice di Finmeccanica, da permetterci di chiedere a Orfini, presidente del Pd, di fare qualcosa di più che un semplice tweet: chieda al presidente del Consiglio (che è anche segretario del Pd) di risolvere il problema sollevato, faccia in modo che il partito da lui presieduto e il suo governo chiudano una vicenda che non ha giustificazioni. Altrimenti sono solo parole in libertà”. Del medesimo tenore le dichiarazioni di Nicola Morra, senatore del Movimento 5 Stelle, che invita De Gennaro a dimettersi: “De Gennaro lasci Finmeccanica. Non può rappresentare l’Italia dopo la condanna di Strasburgo”. A ruota, dal Movimento è Vittorio Ferraresi a chiedere all’ex capo della polizia un passo indietro: “Basta ipocrisia, De Gennaro si deve dimettere. È stato nominato da un governo di centrosinistra ed è inaccettabile e vergognoso che ancora oggi parli chi ha lasciato i responsabili al suo posto. Si prendano le proprie responsabilità gli esponenti di destra e sinistra che hanno acconsentito a tutto ciò”.

Per placare tutto questo susseguirsi di interventi è intervenuto anche il premier Matteo Renzi, che avrebbe evidentemente voluto staserne “sereno”: “Il governo riconferma con convinzione la propria fiducia nei vertici di Finmeccanica, e segnatamente in De Gennaro. Oggi sarebbe assurdo e inutile aprire una discussione su questo, per rispetto Finmeccanica e dei suoi azionisti. Governo non ha alcun dubbio sulla qualità e competenza del presidente De Gennaro e lo diciamo in modo chiaro”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi in Conferenza a Palazzo Chigiribadendo che non chiederà le dimissioni di Gianni De Gennaro dopo la condanna della corte di Strasburgo per i fatti accaduti all’interno della scuola Diaz, ricordando che. “De Gennaro è stato nominato e confermato dal nostro governo, dopo la sentenza di assoluzione”.

Le precisazioni del premier su De Gennaro non spengono la polemiche. “Resto della mia idea: il cambiamento che il Pd sta promuovendo nel Paese non dovrebbe fermarsi di fronte alla porta dei soliti noti”, ha scritto il presidente del Pd Matteo Orfini su Twitter. Ma a dire la parola fine sembra essere Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione e già pm anticamorra: “Gianni De Gennaro è stato indagato e assolto. L’assoluzione conta pure qualcosa, quindi non può pagare le responsabilità complessive di una macchina intera” dice il magistrato. “Non mi piace l’idea che si possa utilizzare questa vicenda bruttissima, drammatica, una delle peggiori immagini dell’Italia all’estero, per provare a tirare sulla polizia, le polizie, che spesso sono la parte più popolare del Paese” dice Cantone.

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