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Nuove scosse in Emilia Romagna

Nuove scosse in Emilia Romagna

Nuove scosse in Emilia Romagna

Diciassette morti, 15mila sfollati, più di 350 feriti. Sono i numeri complessivi, forniti dalla Protezione civile, dopo il nuovo sisma che ha colpito l’Emilia e le tre scosse di grado superiore a 5 della scala Ritcher che si sono abbattute sul modenese martedì mattina. Anche l’ultima vittima accertata è un operaio, inizialmente dato per disperso, il cui corpo è stato estratto dalle macerie del capannone di Medolla. Il tutto mentre la procura di Modena apre un’inchiesta sui crolli dei capannoni e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi  parla di “polemiche artificiose”.

Le scosse non si fermano. Ben 228 scosse si sono susseguite da ieri, dopo quella principale delle 9 di mattina. Alle 14 la terra ha tremato (grado 3.2) nei pressi di Mirandola, Medolla e San Possidonio. L’allerta, dunque, resta alto. Secondo il presidente del Ingv, Stefano Gresta, “non si può escludere che ci siano repliche di magnitudo uguale o superiore a 5 nelle prossime settimane. Servirà riprendere tutti i dati per individuare se la causa delle ultime scosse è una seconda faglia o il movimento della prima”.

Si muove il governo“Ampia solidarietà nazionale per una risposta efficace” a testimonianza del “massimo impegno dello Stato” al fianco delle popolazioni terremotate dell’Emilia. E conferma della parata militare del 2 giugno, della celebrazione la sera al Quirinale e degli altri enti per la festa della Repubblica ma alla insegna di “particolare sobrietà”. Sono le decisioni del presidente della repubblica Giorgio Napolitano, al termine di un’ora e mezzo di incontro al Colle sul terremoto con i presidenti delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini ed il premier Mario Monti.

Gli interventi. 
Per far fronte all’emergenza, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che prevede tra le altre cose la deroga al patto di stabilità per i Comuni colpiti, un fondo per la ricostruzione, incentivi alle imprese, contributi a fondo perduto e sospensione degli sfratti. Dall’aumento di 2 centesimi delle accise, valido fino al 31 dicembre, arriverebbero 500 milioni.

I nomi delle vittime. 
La Regione Emilia Romagna ha diffuso l’elenco con i nomi delle 17 vittime di ieri: Mauro Mantovani morto a Mirandola; Iva Contini, Daniela Salvioli ed Enzo Borghi a Cavezzo; Sergio Cobellini a Concordia; Gianni Bignardi, Kuman Pawan e Muhamed Arzak a San Felice; Paolo Siclari, Giordano Visconti, Biagio Santucci e Matteo Serra a Medolla; Li Hongli Zhou, Enea Grilli, Eddy Borghi e Vincenzo Iacono a Mirandola; Don Ivan Martini a Rovereto di Novi.

La Procura apre un’inchiesta
. “Personalmente sono incline, ad escludere in gran parte malafede soprattutto da parte imprenditoriale”. Il presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, nega responsabilità degli imprenditori nei crolli di alcuni capannoni in Emilia, dopo le accuse sollevate da più parti sull’eccessiva fretta con cui le imprese avrebbero fatto riprendere il lavoro dopo la scossa del 20 maggio. “Questa polemica che sta montando – continua Squinzi – mi sembra molto artificiosa perche’ i capannoni, voi li avete visti anche dalle fotografie, erano l’assoluta normalita’. La zona non era classificata come particolarmente sismica. Non dimenticate che sono morti anche degli imprenditori, direttamente nel crollo”. Dura la posizione della procura di Modena. Con il Procuratore capo Vito Zincani che ha annunciato l’apertura di un inchiesta relativa alle vittime dei crolli. “La politica industriale a livello nazionale sulla costruzione dei capannoni è una politica suicida” tuona Zincani.

La Protezioni civile e gli aiuti. La fretta nell’invio di aiuti senza coordinamento rischia di essere controproducente. E’ l’avviso della Protezione civile: “L’invio nelle ore immediatamente successive a un’emergenza, l’invio spontaneo di beni di prima necessità, così come l’istintiva disponibilità ad offrire il proprio impegno, rischiano, se non inseriti all’interno di un’organizzazione di volontariato di Protezione civile già riconosciuta, che garantisca formazione, equipaggiamento e coordinamento delle attività, di ostacolare la macchina dei soccorsi e di assistenza”.

Celebrazioni del 2 giugno. 
Il Capo dello Stato fa sentire forte la sua voce in merito alle tante morti, in primis quelle degli operai sotto i capannoni delle fabbriche: “Abbiamo il problema di cambiare i comportamenti” di tutti noi – è il suo duro monito  – “anche come politiche pubbliche che dal lato della prevenzione sono state gravemente inadeguate”.  Napolitano, poi, torna sull’appello, cresciuto sul web, per la sospensione delle celebrazioni del 2 giugno e la relativa parata delle forze armate. “Le “celebrazioni del 2 giugno si faranno – ha ribadito Napolitano – . La Repubblica non può dimenticare di celebrare la sua nascita”. Monti, invece, ha deciso di rimanere a Roma anche domani e non parteciperà alle due conferenze in programma a Bruxelles: “Nessuno lascerà solo nessuno”, ha detto il premier. Anche Papa Benedetto XVI ha auspicato che “con l’aiuto di tutti e la solidarietà dell’intera nazione possa riprendere al più presto la vita normale in quelle terre così duramente provate”.

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