Centrodestra

Fini a Berlusconi: “Che fai mi cacci?”

Fini a Berlusconi: "Che fai mi cacci?"

Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini

La direzione nazionale del Pdl ha costituito il contenitore dello scoppio di tutta l’insofferenza che si era creata in tutti questi mesi all’interno del Popolo delle Libertà. Da una parte Silvio Berlusconi premier e leader di partito che vuole avere carta bianca su tutto; dall’altra Gianfranco Fini ex leader di An che si trova nella scomoda posizione di essere stato ridimensionato nei fatti e non vuole rinunciare a dire la sua fino a diventare il capo dell’opposizione interna.

Davanti ad un Berlusconi sempre più infastidito dalle sue parole, Fini, ha esordito così: “Non credo che la libertà di opinione possa rappresentare il venir meno alla lealtà all’interno del Pdl solo perché si danno indicazioni diverse da quelle che vanno per la maggiore”. Rimanda al mittente le accuse di “tradimento”, di “eresia”, di muoversi per “interessi personali”. Ricorda le “bastonature mediatiche ad opera di giornali proprietà di familiari del premier”. Tutte accuse che, da tempo, si sente rovesciare addosso dai media vicini al Cavaliere e dai  molti fedelissimi del premier. Lui, e lo si capisce mentre parla, ha in mente un partito diverso dal Pdl di oggi. Che, dice chiaro, partito non è. Semmai è un’aggregazione dove vige il “centralismo carismatico”, dove non si discute, dove si creano situazione come la spaccatura in Sicilia. Dopo un’ora Fini conclude. Pochi gli applausi e frettolosa le stretta di mano con Berlusconi. Il premier scatta verso il microfono: “Dici cose senza grande rilevanza politica e oggi hai cambiato totalmente posizione. Martedì mi hai detto di essere pentito di aver collaborato a fondare il Pdl e che volevi fare un gruppo parlamentare diverso”. Berlusconi è senza freni: “Delle cose che hai chiesto non avevo notizia, comunque ne discuteremo. Lascia stare la Sicilia che ci sono dentro i tuoi uomini e ti ho già detto che voglio vendere il Giornale”. Si arriva così al rush finale gettato in faccia a Fini tra gli applausi della sala: “Dici che sei supert partes? Per queso non sei venuto a piazza San Giovanni? Allora se vuoi fare politica lascia la presidenza della Camera”. Il presidente della Camera agita il dito e urla: “Che fai mi cacci?”.

Fini a questo punto riunisce la sue truppe e dichiara che l’opposizione all’interno del suo partito sarà chiara e netta e che non ha nessuna intenzione di fare una scissione. Ma si è creata senz’altro una via di non ritorno.

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