Il Senato vota la fiducia sul secondo ddl Anticrisi 2009 circa gli incentivi industriali, che viene così convertito in legge. Lo stesso giorno la Camera approva (con 397 sì, 6 no e 2 astenuti) il primo ddl Sicurezza 2009 contenente il reato di atti persecutori (stalking).
Maroni s’ infuria, la Lega alla Camera va sull’ Aventino. Non vota il decreto in cui sono rimaste soltanto le nuove regole per stupri e stalking. Il testo passa solo grazie all’ opposizione che ormai lo ha adottato: 397 sì, con 205 voti distribuiti tra Pd, Udc, Idv, e solo 192 del Pdl. La maggioranza è allo sbando e va sotto anche su una mozione del Pd sulle fondazioni bancarie. La Lega si scatena. Si riuniscono Bossi, Maroni, Calderoli, Cota. Lavorano all’ incontro che avranno oggi con Berlusconi. Una doppia sconfitta, nella stessa giornata, non è sopportabile per il Carroccio. Alle 9, un tetro Maroni, era stato costretto ad annunciare il passo indietro sulle ronde che pure, appena 24 ore prima, aveva difeso come indispensabili. Ora viene stralciato dal dl. L’ opposizione ha stravinto. Lo dice il capogruppo del Pd Antonello Soro: «Abbiamo fatto due a zero». Si sospetta una manovra degli stessi leghisti per guadagnare voti. Ma in aula si scambiano bigliettini polemici il presidente dei senatori leghisti Roberto Cota e il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Scrive il primo: «Nel nostro gruppo non ci sono scemi». E l’ altro: «Da noi invece ce n’ è qualcuno». Per La Russa quei 17 avrebbero votato contro su qualsiasi cosa e si definisce «più indignato» di Maroni.
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