
Lo scioglimento del Parlamento avvenne all’esito di una battaglia tra il Presidente e l’assemblea stessa protrattasi per otto mesi. La battaglia per il potere tra l’Alleanza di Unità Nazionale e l’opposizione sostenuta dal presidente Viktor Juščenko hanno spesso portato al boicottaggio da parte dell’opposizione delle riunioni plenarie del Parlamento. La battaglia per il potere è giunta al culmine quando il partito di opposizione, il Blocco Julija Tymošenko, ha sostenuto il governo approvando la legislazione della Legge del Consiglio dei ministri che può annullare il potere di veto del Presidente.
Prima del decreto presidenziale del 2 aprile che scioglieva il Parlamento dell’Ucraina, 11 membri dell’opposizione sostennero la Coalizione di Unità Nazionale al governo (precedentemente nota come Coalizione anti-crisi). Il Presidente, Viktor Juščenko, preoccupato per il fatto che la coalizione di governo si sarebbe assicurata una maggioranza dei due terzi necessaria per annullare il proprio potere di veto, chiese, con il sostegno dell’opposizione, che il diritto dei singoli membri di una fazione parlamentare a sostenere la coalizione al governo fosse ritenuta contraria alla Costituzione. L’Articolo 83, clausola 6 (conosciuta come Mandato imperativo), stabilisce che “Secondo i risultati elettorali e sulla base delle posizioni dei singoli partiti, una coalizione al governo deve essere formata nella Verkhovna Rada dell’Ucraina in modo da comprendere la maggioranza dei Deputati del Popolo all’interno della composizione costituzionale della Verkhovna Rada dell’Ucraina”.
Il mandato imperativo della Costituzione dell’Ucraina è stato criticato dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, che l’ha definito antidemocratico. L’Assemblea Parlamentare, nel suo memorandum, ha enfatizzato il fatto che “anche se l’Ucraina ha le sue ragioni storiche per voler evitare l’accumulazione del potere nelle mani di una sola forza politica, dovrebbe tuttavia considerare nel futuro emendamenti costituzionali se fosse meglio per la nazione cambiare in favore di un sistema completamente parlamentare con organismi che possano garantire l’opposizione parlamentare e la competizione”.
Alcuni politici hanno anche espresso preoccupazione riguardo al fatto che le tessere identificative utilizzate per votare siano state utilizzate da persone diverse, poiché molti deputati non si presentano alle votazioni in Parlamento in violazione dell’Articolo 84 della Costituzione.
Categorie:Europa
1 risposta »